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Recensione “Nymphomaniac”

Nymphomaniac poster composite

Nymphomaniac (anche scritto Nymph()maniac)

Ho visto la prima parte di Nymphomaniac di quel geniale e anticonformista di Lars Von Trier. Dovrebbe essere il terzo capitolo finale della trilogia dopo Antichrist e Melancholia. Il colore delle immagini e alcune location richiamano il Il Regno (The Kingdom), ma la storia è completamente diversa. Confessione lunghissima della ninfomane (Stacy Martin / Charlotte Gainsbourg) al buon samaritano (Stellan Skarsgard) dall’infanzia fino a 50 anni in cinque capitoli come una sorta di Decameron moderno. La tecnica registica è in perfetta sintonia con il suo Decalogo perché le scene sono girate nelle location vere e la macchina da presa è portata a mano. Dopo la cacciata da Cannes Lars Von Trier continua a celebrare il suo mito trasgressivo compiacendosi di essere considerato un autore maledetto. Il rapporto che ha instaurato con i suoi fans è quello delle aspettative nel superare i limiti cinematografici, e ancora una volta ci riesce cimentandosi nella sfera sessuale giocando sui rumors di un’opera pornografica. Ma ancora una volta ci spiazza usando un conformismo disarmante per l’utilizzo del sesso che è privato di qualsiasi erotismo. Un film intellettuale? Sì, che parla di Bach, Palestrina, Fibonacci, della polifonia, dei numeri (Peter Greenaway ?), che gioca con un puzzle visivo e le silhouette citando Dogville e altro. Si ascolta Johann Sebastian Bach “Little Organ Book” (Chiedo a Te, Signore Gesù Cristo) inno che ha arrangiato attraverso la polifonia. Secondo il regista Bach ha miscelato numeri mistici e incomprensibili basati sulle sequenze dei numeri del matematico Leonardo Fibonacci collegati al teorema di Pitagora e alla sezione aurea per la ricerca di una metodologia divina nell’arte e nell’architettura. Bach = 2 + 1 + 3 + 8, che corrispondono ai numeri delle lettere dell’alfabeto la cui somma dei valori numerici corrisponde a 14, numero che Bach ha spesso usato nelle sue composizioni. 14 sono anche i protagonisti nella locandina del film ritratti all’ apice di un orgasmo ). Nel film si afferma cha la polifonia è un fenomeno medievale europeo, quello che ogni voce ha una melodia e insieme sono armoniose. Alla stessa maniera la ninfomane è vista come una persona che non ne ha mai abbastanza e perciò fa sesso con più persone, ma la somma di tutte queste esperienze sessuali è in certo senso come se avesse un solo amante. Le riflessioni del regista sono profonde e in parte filosofiche, di scienze empiriche, ma al tempo stesso sono disvelate con un’elaborazione didascalica, che ci coinvolge e incuriosisce almeno per quanto mi riguarda. Storie sugli alberi, in cui il frassino è il più bell’albero secondo la tradizione scandinava. Il taglio delle unghie delle mani in relazione al comportamento e la personalità degli individui. La scena più spiazzante è quella dell’incursione di Uma Thurman, intensa performance recitativa drammatica/ironica, del crudele scherzo d’amore dell’imprevisto “menage a trois”, con urlo fuori scena, da antologia cinematografica. Scena più realistica quella del delirium tremens. Nei titoli di coda del film si vede il trailer della seconda parte che sarà di tre capitoli, a intuito sembra molto più hard. La seconda parte del film uscirà il 18 aprile. La versione originale senza tagli censori di circa 5 ore e mezza uscirà probabilmente in DVD.

Marino Bellaria

Nymphomaniac-foto-collettiva